Zero Rifiuti: Manuale di Prevenzione e Riuso per una vita e un’economia senza scarti.
“Sosteneva il Mahatma Gandhi che ogni persona dovrebbe essere la spazzina di se stessa. Se così fosse non esisterebbero “emergenze rifiuti”. Se così fosse non ci sarebbe quasi nemmeno bisogno della raccolta differenziata e del riciclaggio perché l’obiettivo di tutti sarebbe infatti non produrne!” – si apre così il libro Zero Rifiuti: Manuale di Prevenzione e Riuso per una vita e un’economia senza scarti.
Scritto da Marinella Correggia ed edito da Altreconomia, contiene esperienze e consigli per risolvere uno dei problemi del nostro secolo: la smisurata crescita di ciò che definiamo “rifiuto”. Un rifiuto non è altro che uno spreco di risorse accettato dalla nostra società e che porta con sé tutte le note problematiche ambientali: discariche, inquinamento terrestre e dei mari, emissioni di metano dannose per l’effetto serra.
Che cosa può fare il singolo cittadino per cambiare questo sistema? Una lista delle azioni per la prevenzione dei rifiuti fornisce un elenco di buone idee per ridurre tutti i rifiuti: sono azioni adatte sia a coloro che vivono in comuni virtuosi con alti tassi di raccolta differenziata che per quelli che purtroppo ancora non sono stati raggiunti dalla raccolta porta a porta. Perché ridurre inutili rifiuti fa bene in ogni caso. I suggerimenti vanno dall’utilizzo dell’acqua del rubinetto anziché in bottiglia, ai prodotti alla spina (come detersivi, shampoo etc), gruppi di acquisto, autoproduzione, etc.
Non solo: anche l’amministrazione pubblica deve agire. “Rifiuti zero” è infatti una strategia teorizzata negli anni ’90 e applicata da varie città del mondo, in base alla quale risorse e prodotti devono essere riprogettati, nel loro design e ciclo di vita, in modo da arrivare a non conferire in discarica. Naturalmente anche per il successo di questo tipo di politiche è indispensabile un ruolo attivo del cittadino, come dimostra il caso del Comune di Capannori in provincia di Lucca: primo caso in Italia di un’amministrazione comunale che ha adottato una delibera contenente la strategia “Rifiuti zero al 2020” e creato un “Centro di ricerca Rifiuti zero” che valuta i feedback dei cittadini in merito al “rifiuto urbano residuo”, ovvero quello che rimane come scarto dopo la raccolta differenziata “porta a porta”. L’elaborazione delle informazioni è utile per correggere errori di progettazione dei prodotti o della distribuzione.
Recensione a cura di Veronica Caciagli
Tra le altre cose l’autrice di questo libro si chiede: “Chissà se un giorno le botteghe del commercio equo potranno vendere alla spina le spremute di agrumi e i succhi e le bibite, magari diluendo sul posto il concentrato per evitare i trasporti di vetro, o le lattine (nell’auspicio che le bevande eque locali e internazionali soppiantino quelle multinazionali e industriali)”. Questo è già possibile con il servizio di distribuzione delle bevande certificate Fairtrade di Io Bevo!
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