L’importanza del contact free
L’emergenza sanitaria ha reso prioritario l’argomento del contact free, tra sanificazione degli ambienti e igienizzazione costante si è tornati a parlare dell’importanza dell’evitare il tocco di determinati spazi che funzionano da culla per i batteri.
Esistono alcuni fattori fondamentali per comprendere la capacità di sopravvivenza dei batteri sulle superfici, tra questi: caratteristiche biologiche del microrganismo, presenza di materiale organico, temperatura, umidità e carica batterica. Nella maggior parte dei casi i batteri presentano una resistenza elevata a fattori ambientali, fisici e chimici. Basse temperature e un tasso d’umidità superiore al 70% favoriscono la persistenza dei microrganismi nelle superfici.
La recente pandemia ha sottolineato alcuni aspetti fondamentali sulla persistenza dei batteri a contatto con le diverse superfici (in questo caso il riferimento è il SARS-CoV-2). Il virus dopo attenti e rigidi studi, si è scoperto che può sostare fino a tre giorni su plastica e acciaio inossidabile, nonostante la sua carica virale si dimezza dopo circa 7 ore; resiste sul rame fino a 4 ore e circa un giorno sul cartone.
Questo esempio focalizza la nostra attenzione su quanto sia relativamente difficile poter evitare completamente l’immensa quantità di batteri presenti in spazi condivisi come uffici o mense. Per provare a contrastare l’enorme quantità di microrganismi sui diversi materiali è buona abitudine igienizzare costantemente gli spazi, lavarsi spesso le mani e adottare soluzioni innovative che permettono di svolgere un’azione senza l’effettivo tocco.
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